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Una nuova classificazione dei farmaci antipsicotici o antischizofrenici atipici di seconda generazione (2018)

Lo studio finanziato nel 2018 da Fondazione Arpa si propone…

Lo studio finanziato nel 2018 da Fondazione Arpa si propone una nuova classificazione dei farmaci antipsicotici (o antischizofrenici) atipici di seconda generazione. Questi farmaci vengono generalmente utilizzati nei casi in cui insorgano allucinazioni o deliri da parte dei pazienti. La ricerca ha avuto l’obiettivo di comprendere se i farmaci in questione avessero diverse proprietà cliniche nonostante facciano parte della stessa famiglia farmacologica. All’esito dello studio è stata proposta una nuova classificazione dei farmaci antipsicotici atipici, suddivisa in tre livelli (primo, secondo e terzo) di qualità e efficacia.

LO STUDIO NEL DETTAGLIO

Più in particolare, il gruppo di ricercatori ha riorganizzato e classificato sulla base degli effetti collaterali e del meccanismo di azione una classe di farmaci molto utilizzata in diversi disturbi psichiatrici, come schizofrenia e disturbo bipolare, con l’obiettivo di migliorare e personalizzare le terapie. I farmaci studiati soni stati i cosiddetti antipsicotici “atipici” o di seconda generazione, nati per ovviare agli effetti indesiderati di tipo motorio (come parkinsonismo o discinesie tardive) degli antipsicotici “classici” o “tipici”. Lo studio, durato tre anni e finanziato dalla Fondazione Arpa, è stato condotto dalle università di Pisa e dell’Aquila e dal Queen Mary University di Londra; i risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Pharmacology & Therapeutics”.

“Come si è visto dopo la loro introduzione – spiega il professore Marco Scarselli dell’Università di Pisa – gli antipsicotici atipici hanno dimostrato di essere molto eterogenei e in numerosi casi si sono presentati effetti collaterali di tipo motorio. Per questi motivi, la comunità scientifica ha posto seri dubbi sull’uso della distinzione tra antipsicotici atipici e tipici”.

La proposta avanzata nello studio è stata quindi quella di suddividere questa classe di farmaci in tre livelli diversi: dal meno atipico, il Risperidone, che infatti ha proprietà farmacologiche talvolta simili agli antipsicotici tipici, alla Clozapina, il più atipico fra tutti. Nel mezzo gli altri farmaci con proprietà cliniche intermedie, suggerendo la presenza di uno spettro continuo dell’atipia all’interno di questa classe farmacologica.

“Questa nuova classificazione che potrà portare ad un miglioramento delle terapie in uso e ad una più accurata personalizzazione delle cure – conclude Marco Scarselli – si correla anche con il profilo recettoriale di questi farmaci dove al primo livello di atipia (lievemente atipico) corrisponde un’attività limitata su alcuni target molecolari, mentre al terzo livello (completamente atipico) corrisponde un’attività recettoriale più estesa e più complessa”.

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