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Dr. Homero Lopez Cuadra a Pisa

Dopo sette anni di intenso studio e quasi quattro anni…

Dopo sette anni di intenso studio e quasi quattro anni di ulteriore specializzazione in Chirurgia Generale il Dr. Homero Lopez già beneficiario di una borsa di studio che gli ha consentito di laurearsi in Medicina sostenuta nell’ambito di un progetto della fondazione Arpa ha eseguito uno stage avanzato di due mesi in chirurgia oncologica maggiore, laparoscopia avanzata, chirurgia robotica ed ecografia chirurgica interventistica presso la U.O. Chirurgia Generale I Universitaria Diretta dal Prof. Franco Mosca.
Il Dr. Lopez originario di Chacas, sta completando attualmente il percorso di studi medici iniziato presso l’università Ricardo Palma a Lima ed attualmente Presso l’università Cayetano Heredia sempre a lima,
Il progetto in questione suo tempo battezzato “Medici per i Poveri” è nato da un piccolo gruppo di studenti in Medicina nel 1999, sostenuto dalla fondazione ARPA e patrocinato dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Pisa con la presidenza del Prof. Mario Campa. L’obiettivo iniziale, era quello di raggiungere la quota di 60 milioni di lire necessari per gli studi medici di Homero Lopez e di Heidi Robles, due ragazzi andini nati e vissuti nella povertà nella zona di Chacas, un paese sulle Ande Peruviane, dove è presente l’Operazione Mato Grosso (OMG), associazione di volontariato italiana.
Homero ed Heidi avevano espresso il desiderio di poter studiare e diventare medici per poter rendere servizio alla povera gente presso l’ospedale missionario “Mama Ashu” costruito dai volontari italiani dell’OMG a Chacas tra il 1989 e il 1994. Nel Laboratorio questo ospedale lavora gratuitamente Cristina Costa una biologa pisana che appartenente all’OMG ha deciso di vivere a Chacas per rendere il proprio servizio per i poveri. L’ospedale “Mama Ashu” è l’unico presidio sanitario della provincia andina Chacas-Assuncion; una splendida vallata tra le catene innevate della Cordillera Blanca, abitata da circa 50.000 persone. Una popolazione discendente dagli antichi Incas, che lotta per la sopravvivenza coltivando con la sola forza delle braccia avari campicelli, posti ad altezze incredibili (3000-4000 metri sul livello del mare). I piatti vuoti sono la triste compagnia abituale delle stagioni andate male (siccità-gelate) e delle parassitosi che colpiscono i campi di patate. Se tutto va per il verso giusto e non è cosa frequente, ci sono due pasti giornalieri: minestra di patate all’alba quando si esce per il lavoro nei campi e minestra di patate al rientro a casa la sera; così per sei mesi e poi per altri sei mesi mais e frumento. La fame è di casa per i campesinos e con essa tutto il corteo di malattie, ignoranza e miserie umane. In questa situazione così difficile e precaria, la salute è un lusso che la gente non può permettersi e lo Stato non può regalare. In Perù tutto ciò che attiene la salute si deve pagare. E’ facile intuire pertanto che sono i bambini e i vecchi che pagano il prezzo più alto di questa situazione disperata.
L’Ospedale di Chacas è l’unica struttura della regione che da una risposta sanitaria gratuita a tutta la popolazione della zona.
Questo è possibile per la generosità di Padre Ugo De Censi parroco di Chacas, per il grande lavoro di tutti i volontari italiani (sanitari e non) che hanno prestato la loro opera in mezzo ai poveri e per il miracoloso sostegno di tanti amici in Italia.
All’Ospedale “Mama Ashu” di Chacas si rivolgono anche le popolazioni delle provincie vicine che pur disponendo di un “Centro de Salud” con personale paramedico, mancano di attrezzature adeguate.
Così è un flusso continuo di persone con i problemi sanitari più disparati: malattie infettive, Tbc, diarrea, traumi di varia natura, malattie croniche generative, patologie infantili dovute alla malnutrizione e in sintesi tutte le situazioni che richiedono un intervento sanitario.
L’ospedale con i suoi sessanta posti letto e le sue sale operatorie appare piccolo per le esigenze di questa popolazione basterebbe trascorrere una giornata all’ospedale per capire l’utilità di questo servizio.
Ogni mattina arrivano sessanta/ottanta persone per visite ambulatoriali, vengono accolte tutte perché molte di queste fanno ore ed ore di cammino a piedi o con qualche mezzo di fortuna, per trovare una risposta concreta ai loro problemi.
L’ospedale di Chacas funziona a tutt’oggi solo grazie a medici e infermieri italiani che usufruendo delle proprie ferie si recano a prestare la propria opera e grazie all’invio di medicinali, materiale e soldi da parte dei volontari dell’Operazione Mato Grosso che sostengono l’ospedale dall’Italia.
Tra i vari medici italiani che fino ad oggi hanno contribuito al funzionamento dell’ospedale, nell’anno 2003, il coordinatore per Arpa del progetto dott. Luca Morelli, ha trascorso con la famiglia un mese a Chacas collaborando e stringendo amicizia personale con gli allora “studenti” Homero ed Heidi.
Si coglie l’occasione per ricordare con affetto e gratitudine che a sostenere le molteplici iniziative che si sono susseguite negli anni per le finalità di questo progetto sono stati i membri della Fondazione Arpa presieduta dal Prof. Franco Mosca, la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Pisa, gli studenti del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, del corso di Laurea breve in Scienze Infermieristiche, docenti e studenti della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, gli studenti della redazione de “l’Ulisse”, giornale informativo del Liceo Scientifico U. Dini di Pisa con la guida della professoressa Rosanna Prato, Il Soroptimist club di Pisa, Il Rotaract club di Pontedera.
L’attuale stage di due mesi in Italia è stato finanziato nell’ambito del progetto HOPE(www.hope.sssp.it) dell’associazione ex allievi S.Anna e durante la permanenza del dott. Lopez in Italia è stato donato un Computer portatile in memoria del compianto Prof. Giacomo Maltinti (gia professore ordinario di Gastroenterologia dell’Università di Pisa).
E’ in fase avanzata di realizzazione da parte dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana della fornitura di un ecografo portatile da inviare in Perù.
In data odierna si è tenuta un cena di saluto presso il ristorante “da Bruno” nel corso del quale Homero ha tenuto un commovente discorso nel quale si è impegnato a farsi promotore a sua volta di ulteriori iniziative di solidarietà nell’ambito dei vari gemellaggi ormai consolidati tra la Fondazione Arpa ed i paesi in via di Sviluppo.

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