MOSTRA DI PITTURA di CESARE BORSACCHI e PAOLO LAPI

INAUGURAZIONE 6 GIUGNO 2011 ORE 18,30

MOSTRA DI PITTURA di CESARE BORSACCHI e PAOLO LAPI

presso La Piazzetta Dei Miracoli

Piazza Francesco Buonamici, 3

(davanti alla Chiesa di San Sisto)

Tel.: 050 830914

CESARE BORSACCHI

Riordinando, un paio di anni fa, in una grande mostra riepilogativa realizzata nella splendida cornice del Palazzo Mediceo di Seravezza (Lu), l’intera vicenda artistica di Cesare Borsacchi, m’è capitato di sintetizzarne l’originale cifra poetica proprio in una straordinaria potenza visionaria. In quella sua abilità rappresentativa che gli consente di trasportare in metafora, in emblema d’una sofferta condizione universale, ogni dettaglio d’uomini e di mondi che, in quasi cinquant’anni, – instancabile viaggiatore – egli è andato annotando in ogni angolo del pianeta. Un punto di vista pittorico il suo che, a mano a mano, s’è consolidato su un principio di solidale reciprocità fra il contemplato e il vissuto. Sino a rileggerne, per via di memoria, il destino; e ad imporsi quale dolente e appassionata profezia che, baluginando, risale a noi dal buio del passato e sospesa sul buio futuro.

G. Cordoni

Da almeno un decennio la ricerca pittorica di Cesare Borsacchi lasciava presagire un possibile approdo alla concretezza della terza dimensione, cui in effetti è pervenuta di recente, con esiti assai interessanti. Lo suggeriva anzitutto la tendenziale configurazione totemica di molta parte delle partiture seguite al ciclo decisamente surreale delle “visioni ischemiche”, realizzate intorno al 2000. Intendo le partiture impostate distribuendo su un asse centrale gli elementi formali e figurali, quindi per lo più bipartite, non di rado in modo pressoché simmetrico, se non speculare. Usava inoltre impasti eterogenei di accentuata matericità, dando spessore e accidentalità a talune superfici e rilievo a dettagli figurali, spesso includendo, tra gli altri materiali formalmente spendibili, addirittura oggetti o cose prelevati dalla natura o dal laboratorio umano. Ebbene, dall’originario e protratto statuto figurativo Borsacchi ha grado a grado semplificato la partitura pittorica, giungendo a privilegiare, in parallelo, le componenti concettuali del racconto.

N. Miceli

PAOLO LAPI

Paolo Lapi è nato a Pisa, dove vive e lavora. Si è diplomato all’Istituto d’Arte di Firenze e ha iniziato la sua attività artistica tra il ’57 e il ’58. Le sue prime opere sono caratterizzate da un naturalismo e da una realtà “tradizionale toscana”, improntata nella espressione “post macchiaiola” che fu fondamentale e utile per la sua formazione. Tale esperienza lo portò all’acquisizione di una padronanza tecnica e cromatica, che gli permise negli anni successivi di esprimersi con tecniche e contenuti di avanguardia, stimolato dal contatto con il pittore Gianni Bertini. Partecipa alle maggiori manifestazioni nazionali conseguendo numerosi premi. Conosce Krimer e Breddo che nel 1961 lo presenta alla Galleria dei Vàgeri. Sempre in quell’anno Franco Russoli visita il suo studio divenendo figura importantissima per la sua formazione. Russoli lo presenta al gallerista Cairola ed è in quegli anni che esporrà a Milano, Roma, Firenze. Conosce il critico e poeta Dino Carlesi che scrive in catalogo per una personale, nel 1966. Si intensificano in quegli anni i rapporti con i maggiori critici e galleristi: espone con continuità in mostre nazionali, collettive e personali. Nel 1979, per meriti artistici, viene nominato Cavaliere della Repubblica. Negli anni ’70 espone a Zurigo, Baden, Parigi, Aukland, Albuquerque N.M. Usa, Praga.
Nel 1980 conosce Raffaele De Grada il quale lo presenterà in catalogo alla Galleria La Nuova Sfera di Milano: in quella occasione incontra Dino Villani e Alberico Sala che scriveranno sul suo lavoro. Conosce Pier Carlo Santini che lo presenterà in catalogo nella personale a Pisa alla Galleria Centroartemoderna del 1986. Dal 1990 al 1998 viene invitato a varie Rassegne Nazionali ed espone in mostre personali in varie città italiane.