MOSTRA ANTOLOGICA EUGENIO PIERACCINI

Mostra antologica Eugenio Pieraccini

“Da Viani alla piena maturità”

Vilal Borbone – Viareggio dal 2 al 18 ottobre 2015

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La Fondazione Arpa è grata a Marco Pieraccini che ha voluto coinvolgerla nella Mostra Antologica dedicata a Suo Padre con amore figliale. Arpa nello sviluppo dei valori che la ispirano ama esprimersi attraverso gli Artisti,
donatori di sapere e saper fare! Il primo sguardo, posato sulle opere di Eugenio Pieraccini, ha risvegliato in me ricordi e perfino odori antichi. La semplicità del tratto, l’apparenza naif dei dettagli e dei colori, ha sicuramente ricordato, a me, profano della critica d’arte e semplice fruitore di opere, il cinema di Federico Fellini. Un po’ sogno, un po’ esaltazione delle caratterialità dei personaggi nella semplificazione di un tratto pittorico apparentemente umile ma capace di dare anima alle facce ed alle espressioni. Un insieme di emozioni che mi ha fatto anche ripensare ad un artista che ho molto amato e che rivedo in qualche tratto del Pieraccini, il suo concittadino Viani.
Pieraccini è testimone di un mondo scomparso, semplice e grottesco ad un tempo.
Animali, pretini e suore, spose, giocolieri, generali, come li ha scritti lui forse non esistono più ma quello che è sicuramente rimasto è il tocco dell’artista che ne fa testmonianza. In Pieraccini vi è infatti una vena autentica e singolare, riconoscibile anche all’occhio meno esperto, che resta comunque attratto e conquistato dal suo modo di rappresentare il mondo.

Franco Mosca
Professore Emerito di Chirurgia, Università di Pisa
Fondatore e Presidente Fondazione Arpa

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Eugenio Pieraccini, quando un artista varca i confini della sua terra.
Varca la sua terra: l’arte di questo figlio della Versilia oltrepassa i confini del territorio che gli ha dato i natali e molte sono le collezioni sparse nel territorio nazionale che accolgono le sue opere. La poetica di Pieraccini è dettata dai veri valori umani fondamentali che racchiudono una potente simbologia che è radicata, anche, in tutti noi. Documenta situazioni sociali e ambientali che appartengono anche ad un recente passato, come per la condizione marinara, con gli attori della storia della sua città con spaccati delle sue darsene dipinte con il pennello dal sapore della nostalgia.
La galleria dei suoi protagonisti è variegata, pretini o alti prelati, suorine con i lineamenti dallo smalto rinascimentale, le forti figure circensi, le sue ragazze, altro non sono che una forma di indagine psicologica, anche dei soggetti femminili.
Microcosmo, quello femminile, che il pittore ci offre da svariate angolazioni, amore dove ogni attrazione è reciproca. Le sposine raggianti, nelle loro vesti virginali, in attesa di diventare mogli e come ha detto il filosofo inglese F. Bacon vissuto a cavallo del 1500
– 1600: Le mogli sono amanti degli uomini giovani, compagne per la mezza età e balie per i vecchi.
Una tematica in cui il Nostro è coinvolto e in cui si conferma fortemente, è con la serie delle donne senza veli, nudi che sprigionano sensualità e un falso pudore mal celato, immagini dove ognuno di noi è trascinato dal proprio intimo piacere della visione.
Pieraccini è un pittore dalle pluralità di testimonianze e ricordi sempre fedele alla propria personalità, forte del suo sguardo pittorico che è un punto di vista decisamente moderno il cui risultato iconografico è consapevolezza critica della propria posizione del periodo
storico in cui ha lavorato.
Epigono dell’arte espressa nella seconda metà del Novecento non si lascia affascinare dalla diffusione del verbo “informale”, certamente non è un movimento, ma un’atmosfera in cui rientrano differenti correnti, tutte irrazionali e quasi sempre non figurative, rimane ancorato per scelta alla sua indole raziocinante.
Lorenzo Viani, Moses Levy, Mario Marcucci, Renato Santini, grandi pittori che per Pieraccini hanno rappresentato i maestri da cui attingere lezioni senza mai farsi influenzare, vista la sua completa libertà intellettuale. Il lavoro di quest’artista, che coniuga i caratteri realistici dove i suoi soggetti sono avvolti dall’intima aureola della solitudine con una creatività dirompente, ha una certa cadenza di estensioni.
Una tavolozza ricca di colori dal vigoroso tono cromatico, ben lontano dai famosi grigi colorati tipici e in uso a molti suoi colleghi conterranei, un caleidoscopio usato come poesia silenziosa, ma la poesia, nel nostro caso è pittura che parla.
La sua lirica è un mezzo, una documentazione precisa e poetica parallela della sfera umana, una pittura che coinvolge, un messaggio complessivo che aiuta e stimola la collettività a “saper vedere” e operare scelte responsabili per il proprio intelletto.

Enrico Dei
Esperto d’arte

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