L’ASSOCIAZIONE “MANTENIMENTO DIRETTO” SOSTIENE ARPA

Un grazie speciale

all’Associazione MANTENIMENTO DIRETTO

che sostiene la Fondazione ARPA donando il 5 per mille.

 

Ve la presentiamo:

“L’Associazione “Mantenimento Diretto, Movimento per l’Uguaglianza Genitoriale” riunisce genitori che ritengono che gli obblighi di reciproca collaborazione permangono integri anche dopo la loro separazione e che la migliore condizione di benessere psicofisico del minore sia rappresentata dalla concreta possibilità di ricevere accudimento, cura, educazione ed istruzione in modo diretto da entrambi i genitori senza alcuna distinzione di genere e dalla conseguente possibilità di frequentazione paritaria.

Nonostante l’ormai più che decennale approvazione della L. 8 febbraio 2006 n. 54 che ha superato il modello di affido monogenitoriale e dato concreta applicazione al principio di bigenitorialità riconosciuto da numerose norme costituzionali e convenzioni internazionali quali la Convenzione EDU, quella dei Diritti Universali dei Diritti dell’Uomo e quella sui Diritti dell’Infanzia, la pressoché unanime giurisprudenza continua a distinguere tra “genitore collocatario” e “genitore visitatore” realizzando un modello di affidamento condiviso meramente formale e mai sostanziale che ripropone la tradizionale distinzione tra care giver e bread winner poco o nulla rispondente all’odierna realtà delle famiglie italiane.

Come accertato dall’Istat “al di là dell’assegnazione formale dell’affido condiviso, che il giudice è tenuto a effettuare in via prioritaria rispetto all’affidamento esclusivo, per tutti gli altri aspetti considerati in cui si lascia discrezionalità ai giudici la legge non ha trovato effettiva applicazione….Per quanto riguarda le disposizioni economiche, infine, non vi è nessuna evidenza che i magistrati abbiano disposto il mantenimento diretto per capitoli di spesa, a scapito dell’assegno: la quota di separazioni con assegno di mantenimento corrisposto dal padre si mantiene nel decennio stabile (94% del totale delle separazioni con assegno)”.

Ciò pone l’Italia agli ultimi posti in Europa per tutela della bigenitorialità: solo il 5% dei figli minori trascorre almeno 1/3 del tempo (cd joint physical custody) con il genitore non “collocatario” (in Svezia il 70%), ed addirittura un figlio su tre perde completamente il contatto relazionale con il “genitore visitatore”.

Non si tratta tuttavia solo di violazione di fredde norme giuridiche: alla base del principio di bigenitorialità vi è innanzitutto un’enorme mole di acquisizioni scientifiche sulle conseguenze psico-biologiche e emotivo-comportamentali rilevabili nei minori i cui genitori si sono separati che dimostrano i benèfici effetti della joint physical custody rispetto alla sole physical custody.

E’ un dato ormai acquisito che trascorrere tempi equilibrati con entrambi i genitori e ricevere cura ed accudimento diretto da entrambi comporta indici di salute e benessere psicofisico pressoché identici tra minori che vivono in famiglie separate e quelli che vivono in famiglie unite..

A differenza dei minori che vivono una condizione di squilibrio temporale o ricevono cura ed accudimento in forma indiretto che mostrano importanti ripercussioni neurobiologiche (cd. “childhood adversity”) che si estrinsecano clinicamente a distanza anche di molti anni e sono in grado di trasmettersi anche alle generazioni successive.

Senza parlare poi delle influenze negative sui processi di socializzazione primaria e secondaria dei minore e della possibilità che essi crescano con la metà di ciò che hanno bisogno.

E’ indubbio dunque che le scelte degli adulti non possano e non debbano avere conseguenze negative sui figli: per questo è fondamentale garantire la prosecuzione del loro rapporto quotidiano con entrambi i genitori realizzando una piena cogenitorialità fondata sull’uguaglianza genitoriale nell’assolvimento dei compiti di accudimento, educazione e cura.

Tutto questo, e non altro, è Mantenimento Diretto.”

Grazie!

 

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